lunedì 13 aprile 2015

Per trent’anni chirurgo plastico in ospedale, ma era abusivo

di Giovanna Maria Fagnani

Ha esercitato per trent’anni la professione di chirurgo all’ospedale di Magenta, senza essersi mai iscritto all’Ordine dei medici. O meglio, sul certificato che, all’esordio della carriera, aveva consegnato alla direzione sanitaria dell’ospedale Fornaroli, c’era scritto il suo nome. Ma il numero di iscrizione corrispondeva a quello di un altro medico. La verità è venuta a galla il 2 aprile grazie a un controllo e il medico, Achille Alemanni, 61 anni, è stato licenziato e denunciato alla Procura della Repubblica. L’uomo, che ha lavorato sempre nel reparto di chirurgia plastica, «non ha respinto le accuse nei suoi confronti», spiega Massimo Lombardo, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera di Legnano, di cui il nosocomio fa parte. Per legge, senza l’iscrizione all’albo dei medici non è possibile esercitare la professione, né in ospedale, né in ambulatori privati. All’albo ci si può iscrivere solo dopo aver conseguito la laurea in medicina e aver superato l’esame di Stato
. Documenti che il dottor Alemanni aveva regolarmente presentato, ma sui quali ora sono in corso accertamenti. Un primo controllo incrociato ha fatto subito emergere un’anomalia. «A volte capita con i certificati vecchi, che non sono scritti a computer. Basta un numero che si legge male o un refuso - chiarisce Lombardo -. Allora abbiamo fotocopiato il certificato e lo abbiamo inviato all’ordine. Ci hanno risposto che non era autentico».

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