L’accesso riservato ad avvocati e magistrati non ha metal detector o nastri di controllo
di Matteo Cruccu
«Non controllano chi sei, controllano solo se ce l’hai»: è un coro quello degli avvocati al Tribunale di Milano, entrare dagli accessi riservati dentro il Palazzo di Giustizia, come avrebbe fatto Claudio Giardiello con un documento falso, è facilissimo. Basta avere un tesserino (o un simulacro del medesimo) per poter accedere, magari armato, dentro i corridoi e su per le aule, senza che nessuno se ne accorga
«Io ci vado tre volte a settimana in Tribunale» racconta appunto un avvocato, Marco C. «E la guardia giurata verifica soltanto che io abbia il tesserino, non che ci sia effettivamente io sul documento
che assomiglia un po’ alla nuova patente. Infatti il mio è nettamente sbiadito, molte volte lo agito davanti al controllore che non l’osserva nemmeno ». Una volta varcata la soglia, dunque non viene effettuato nessun altro genere di controllo. E riprodurre un tesserino identico all’originale non sembra un’operazione complicatissima.
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