Mentre la falange oplitica si dispiegava tradizionalmente su 8-12 ranghi di profondità (in base alle città), già nel 424 a.C. nella battaglia di Delio, durante la guerra del Peloponneso, il comandante tebano Pagonda aveva spiegato le sue truppe contro gli Ateniesi e i loro alleati su ben 25 ranghi. Questa disposizione venne presa come spunto da Epaminonda, che ne fece la chiave di volta per sconfiggere gli Spartani.
Più specificamente, la tattica utilizzata consisteva nell'assottigliare il centro e la destra, al fine di sferrare un attacco massiccio con una profondità di 50 ranghi sulla sinistra (il lato debole nell'ordine di battaglia classico).
Nella battaglia di Leuttra la falange obliqua permise ai Tebani di respingere la destra spartana e di aggirarla. In tal modo gli Spartani, pur avendo messo sotto pressione la destra e il centro tebano che intanto indietreggiava, vennero spiazzati e sconfitti.
Un rilevante ruolo psicologico, inoltre, venne giocato dal fatto che il re di Sparta Cleombroto I e la sua guardia personale (cosiddetta agema), posizionati sulla destra, subirono in pieno l'urto dell'ala sinistra tebana, venendone decimati. Il colpo alla leadership e il massacro delle truppe di élite fu fondamentale per questa clamorosa sconfitta, visto che gli Spartani erano considerati imbattibili sul campo.
Epaminonda utilizzò per la seconda volta questa tattica nel 362 a.C. in occasione della battaglia di Mantinea, dove lui stesso morì.
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