sabato 6 giugno 2015

Collisioni a energia record al Cern, Gianotti: «Passo storico per la fisica»

Sarà possibile descrivere la materia oscura e capire l’asimmetria tra materia e antimateria

di Paolo Virtuani


«È un passo storico per la fisica e la tecnologia». Fabiola Gianotti non usa mezzi termini per descrivere quanto avvenuto mercoledì mattina all’acceleratore di particelle Lhc di Ginevra. Dopo il test perfettamente riuscito eseguito nella notte tra il 20 e il 21 maggio con soli due fasci di protoni, il 3 giugno sono avvenute le prime collisioni utilizzando migliaia di fasci di particelle subatomiche all’energia record di 13 teraelettronvolt (13 Tev), ossia 13 mila miliardi di elettronvolt (unità di misura dell’energia utilizzata a livello atomico).

«È un risultato fantastico!», ha detto l’attuale direttore generale del Cern, Rolf Heuer. «Adesso non dobbiamo avere fretta: i risultati non arriveranno domani, né fra una settimana, ma sicuramente arriveranno e saranno straordinari».

Il significato di queste ricerche lo spiega la stessa scienziata italiana: «Le collisioni a questa energia ci permettono di affrontare questioni di fisica fondamentale e diventa possibile trovare risposte a domande aperte, come quella relativa alla natura della materia oscura. Diventa anche possibile scoprire perché l’universo è fatto prevalentemente di materia». Sono le principali due domande alle quali il Modello standard (l’attuale teoria fisica che cerca di spiegare la natura dell’universo) non ha ancora dato una risposta:
cioè di cosa è composta la materia oscura (che da sola vale il 25% di tutto ciò che è presente nel cosmo) e l’asimmetria tra materia e antimateria (quest’ultima è di fatto quasi assente) nonostante si ritenga che entrambe siano state prodotte in uguale misura dal Big Bang.




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