martedì 25 agosto 2015

Healing gardens: ospedali con i giardini che curano

Heatherwick Studio ha presentato il progetto per la costruzione di un nuovo padiglione ospedaliero universitario a Leeds. La struttura ospiterà il centro Maggie, associazione che si impegna per il supporto pratico, emotivo e sociale gratuita per le persone con il cancro e loro familiari e amici.

Dedicato ai malati oncologici, i progettisti hanno sviluppato un progetto con l’obiettivo dichiarato di sfruttare l'effetto terapeutico delle piante a beneficio dei malati di cancro. L'edificio è stato progettato come una serie di percorsi verdi,  tra gradini e”fioriere" , che si intrecciano a formare ambienti interni poco convenzionali per una struttura medica, creando una sensazione di continuità tra spazio interno, esterno, privato e pubblico. 

L’edificio-giardino, che nasce sul sedime di una precedente area verde, non ha snaturato l’idea di oasi di pace, ma l’ha amplificata, dotandola di servizi necessari per la cura. Con l’aiuto di paesaggisti Balston Agius saranno progettati i vuoti circostanti la struttura.

I progettisti di Heatherwick Studio saranno gli interpreti dell’edificio che porterà un Centro Maggie nello Yorkshire. “La creazione di un ambiente tranquillo per permettere agli operatori di svolgere il programma di sostegno per le persone che vivono con il cancro è incredibilmente importante”, ha detto Laura Lee, Chief Executive di Maggie.

Il Centro Maggie di Leeds è programmato per essere completato nel 2017, quando si unirà  alle 18 altre cliniche Maggie in tutto il Regno Unito e in tutto il mondo. Esperimenti di questo tipo non sono i primi che incontriamo.

IN CHE MISURA UN GIARDINO PUÒ AIUTARE A GUARIRE?
In America, esperimenti come gli “healing gardens “ (verde progettato appositamente a scopo curativo) sono una realtà da vent’anni.  

Le teorie che supportano la grande importanza del verde per un recupero curativo si debbono al dottor Roger Ulrich, fondatore del primo centro interdisciplinare tra medicina e architettura all’Università del Texas e pioniere della ricerca sui giardini curativi. Attualmente insegna architettura terapeutica nelle università di Chalmers, in Svezia, e di Aalborg, in Danimarca. Tutto parte dalla sua esperienza personale. Affetto da nefrite, da bambino ha vissuto lunghi periodi di degenza in differenti ospedali. Ulrich ha passato tanto tempo ad osservare il mondo fuori dalla finestra: "se vedevo un albero, mi sentivo meglio. Quando si è immersi in un ambiente freddo, funzionale e spaventoso come un ospedale, la mente cerca una via di uscita verso la normalità. Solo più tardi mi sono chiesto se esisteva un rapporto preciso tra quella sensazione che avvertivo da bambino e un effettivo miglioramento fisico nelle condizioni dei pazienti". Per dieci anni, Ulrich ha “sconvolto” il rigido ordine competitivo delle camere d’ospedale, spostato letti per garantire una vista sull’esterno, allestito pareti con immagini naturalistiche, portando piante. Dopo la raccolta di un folto quantitativo di dati, ha potuto provare che i pazienti che avevano la possibilità di avere contatti con la natura guarivano più velocemente rispetto agli altri.

Altro esempio dell’importanza di una approfondita ricerca su questi temi è la nascita, nel 2007, dell’associazione americana Hope in Bloom che realizza giardini e allestisce terrazzi e balconi nelle case per le donne in cura per il cancro al seno. "Ci sono molti studi che provano come l’esposizione al verde aumenti il livello di serotonina nel corpo umano: significa una carica di energia in più e un antidoto contro la depressione", dice la fondatrice, Roberta Dehman Hershon. Anche per lei l’esperienza ha contribuito in modo fondamentale a dar vita all’associazione. "Quando la mia migliore amica Beverly si è ammalata gravemente di tumore al seno, abbiamo deciso di dare un senso a quello che stava succedendo e abbiamo costruito un giardino: una scusa per vedersi ogni giorno e lavorare a un progetto comune, senza parlare della malattia, rilassandosi e vivendo la vita con un ritmo diverso".

Giulio Senes, ricercatore alla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano puntualizza: "in un momento di grandi tagli di spesa per la sanità, si potrebbe pensare che realizzare un giardino sia un lusso da evitare. Ma esiste una legge del 1939 che impone uno spazio libero di 15-20 metri quadrati per ogni posto letto da adibire a giardino. Il verde, insomma, deve esserci per legge; il vero spreco, semmai, è progettarlo male. Senza contare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ridefinito nel 1998 la salute come “uno stato dinamico di complessivo benessere fisico, mentale, spirituale e sociale e non solo assenza di malattia o infermità”.

OSPEDALI COME PARCHI IN ITALIA
E in Italia? Qualcosa sta cambiando.Il progetto di Renzo Piano per la "fabbrica della salute", che sorgerà nell’area ex Falck di Sesto San Giovanni, Milano, ha osservato e posto l’accento sulla "fragilità dell’uomo nel momento della malattia". Lo scopo dell’architettura è di offrire "alla sofferenza quella dignità della persona troppo spesso sacrificata da strutture afflitte da gigantismo".


Nei padiglioni ancora in fase progettuale, che potremo vedere nel 2017, laboratori e sale chirurgiche saranno sottoterra e ogni camera avrà "una piccola finestra sporgente sul parco", spiega Piano. "Anche dal letto si godrà la vista sul verde: sugli alberi d’alto fusto ma anche sugli orti, che oggi sappiamo essere parte integrante del processo di cura".

Progettare in modo terapeutico migliora la vita di tutti: malati, familiari, personale medico. In modo naturale, economico e sostenibile.


http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/progetti/in-europa/edifici-giardino-ospedale-455/

Nessun commento:

Posta un commento