domenica 8 maggio 2016

Carne: è cominciata l'inversione di tendenza, crolla il consumo in Italia

Rapporto di Coldiretti: "Quasi un italiano su dieci ha detto addio a questo alimento". E' in corso una rivoluzione delle abitudini alimentari, complice l'allarme dell'Oms sui rischi per la salute. Il primato della spesa per cibo delle famiglie è passato a frutta e verdura: è la prima volta



di ELENA DUSI

Il consumo di carne in Italia non è mai stato così basso negli ultimi quindici anni. "Quasi un italiano su dieci ha completamente detto addio a questo alimento" afferma Coldiretti in un rapporto pubblicato oggi. A ottobre dell'anno scorso l'Organizzazione mondiale della sanità aveva classificato come "probabilmente cancerogena per l'uomo" la carne rossa e come "cancerogeni" gli insaccati.
"L'allarmismo - prosegue Coldiretti, che ha organizzato per oggi la Giornata nazionale della carne italiana - si è fatto sentire sull'intera popolazione con gli acquisti delle famiglie che sono crollati del 9% per la carne fresca di maiale, del 6% per quella bovina e dell'1% per quella di pollo come pure per i salumi, scendendo ai minimi dell'inizio del secolo".



Secondo un sondaggio elaborato da Eurispes per Coldiretti, il 7,1% degli italiani si dichiara vegetariano. La percentuale di vegani ha raggiunto l'1% nel 2015. A non toccare carne è dunque più dell'8% degli italiani. Il dato è in aumento rispetto al 2014: erano complessivamente il 5,9%. "Nel 2015 - aggiunge l'associazione degli imprenditori agricoli - la carne ha perso per la prima volta il primato di spesa ed è diventata la seconda voce del budget alimentare delle famiglie italiane dopo l'ortofrutta. La spesa è scesa a 97 euro al mese, mentre l'incidenza è del 22% sul totale. Per le nostre tavole nazionali si tratta di una rivoluzione". La più consumata in Italia, secondo i dati di Assocarni, resta la carne di maiale (37 chili a testa all'anno), seguita da quella bovina (21 chili) e da quella avicola (19 chili).



Il resto del mondo non sembra seguire il trend degli italiani. "Il consumo apparente degli statunitensi - sottolinea ancora Coldiretti - è superiore a quello italiano addirittura del 60%, quello degli australiani del 54%, quello degli spagnoli del 29% e quello dei francesi e dei tedeschi del 12%. Le quantità di carne portate realmente in tavola dagli italiani sono scese in media a 85 grammi al giorno". Il rapporto dell'Oms provocò grandi polemiche l'anno scorso. Nonostante i rapporti fra carne rossa e cancro, gli esperti consigliano di moderarne il consumo a non più di due-tre volte alla settimana, ma non suggeriscono di escluderla del tutto.  "Serve educazione e buon senso - dice il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo - e soprattutto rispetto per tutti i diversi stili di vita alimentari, ai quali l'agricoltura italiana può offrire grandi opportunità di scelta".



L'effetto del calo dei consumi (ma anche dell'aumento delle importazioni) è stato evidente dal punto di vista economico. "Negli ultimi cinque anni - denuncia Coldiretti - hanno chiuso quasi 12mila stalle da carne per effetto delle importazioni dall'estero, che oggi rappresentano circa un terzo dei consumi. Dalla fattoria Italia sono scomparsi circa 300mila bovini da carne, mezzo milione di maiali e 700mila conigli. Sono rimasti appena 80mila allevamenti di bovini da carne, 5mila di maiali e 4500 di polli da carne. Nelle stalle nazionali sono ancora allevati 8,7 milioni di maiali, 6,1 milioni di bovini da carne e 6,5 milioni di conigli, ma risultano minacciate ben 24 razze di bovini, 10 di maiaili e 10 di avicoli". Dall'estero importiamo il 40% della carne bovina e il 35% di quella di maiale. "Questo mette a rischio - prosegue il rapporto Coldiretti - 180mila posti di lavoro in tutta la filiera delle carni che genera in Italia un valore economico dell'ordine di 30 miliardi di euro".

http://www.repubblica.it/salute/alimentazione/2016/05/05/news/addio_carne_mai_cosi_poca_sulle_tavole_degli_italiani-139124817/

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