In tutto sono sette i candidati in corsa per la Regione
Il governo della Lombardia è da oltre un ventennio, dalle elezioni del 1995, saldamente in mano al centrodestra, prima con la lunga presidenza Formigoni — chiusasi nel 2013 — e negli ultimi cinque anni con Maroni
Con le previsioni che si stanno stabilizzando per le elezioni politiche e che premiano il centrodestra, era facile profeta chi assegnava di nuovo la vittoria a questa coalizione
Tuttavia la improvvisa rinuncia di Maroni sembrava a molti riaprire i giochi, rimettendo in partita il candidato di centrosinistra Giorgio Gori, poiché il sostituto di Maroni, Attilio Fontana, aveva una notorietà bassa e poco tempo per posizionarsi e consolidarsi agli occhi degli elettori
Ma è proprio così?
Intanto i dati generali danno conto di una Regione che sembra aver superato la crisi proiettandosi verso la crescita e che valuta positivamente le condizioni complessive, le infrastrutture e i servizi, e che giudica in maniera lusinghiera l’amministrazione regionale, con un apprezzamento del 66% degli elettori, quindi anche da parte di chi non condivide le posizioni politiche del governo regionale
Il livello di notorietà dei quattro principali candidati alla presidenza è decisamente differente
Gori infatti si colloca al primo posto, conosciuto da quasi l’80% dei lombardi, mentre Fontana è ancora distante, con una notorietà del 60%
Molto distanti invece gli altri due principali candidati: Violi al 23%, Rosati al 20%
Dal punto di vista del gradimento ancora una volta troviamo in testa Giorgio Gori, che è l’unico candidato ad avere un indice positivo, con gli estimatori che superano di ben quattordici punti i detrattori
L’appeal di Gori ha elementi di trasversalità, poiché coinvolge anche elettori di centrodestra. Al contrario Fontana, fortemente penalizzato dalla scarsa notorietà, vede un gradimento basso, con una piccola prevalenza di chi ne dà valutazioni negative
Gli altri due candidati, molto poco conosciuti, hanno indici sostanzialmente neutri, in cui estimatori e detrattori sono sostanzialmente uguali
Se ci fermassimo al gradimento non sembrerebbe esserci dubbio. Invece le intenzioni di voto svelano uno scenario decisamente diverso
Fontana infatti si colloca al primo posto nelle scelte degli elettori lombardi, accreditato del 41%, mentre Gori si attesta al 35%
Colpisce la vicinanza coi risultati delle elezioni del 2013, quando Maroni raccolse il 43% delle preferenze e Ambrosoli il 38%
Violi è accreditato del 15% (cinque anni fa il candidato del Movimento raggiunse il 14%), Rosati è stimato al 4%, gli altri candidati (tra cui quelli di Potere al Popolo e Casapound) complessivamente al 5%
L’area grigia, degli indecisi o degli astensionisti, rimane piuttosto alta, al 37% circa. Possiamo aspettarci quindi qualche cambiamento negli equilibri da qui al voto
Ma come mai le scelte di voto ribaltano platealmente il gradimento dei candidati?
La spiegazione va cercata negli orientamenti di voto proporzionale
Nelle indicazioni di voto per i partiti a livello regionale infatti, il centrodestra nel suo complesso raggiunge il 41,7%, nettamente sopra il risultato delle ultime consultazioni politiche
Ciò significa che se il candidato per ora ha margini di difficoltà, così non è per la sua coalizione
Il centrosinistra a livello regionale è accreditato del 32,5% e segnala lo stesso andamento della coalizione avversaria
Distante il risultato del candidato 5 Stelle (18,9%), sebbene in miglioramento rispetto alle precedenti regionali
In sostanza, alle elezioni regionali il voto tende a polarizzarsi sui due candidati principali, premiando la coalizione che si ritiene abbia dato prova di saper amministrare bene la regione
Gli orientamenti di voto dei lombardi alle politiche fanno registrare, rispetto al 2013, una netta crescita del centrodestra, al cui interno prevale la Lega, un miglioramento del M5S in crescita di tre punti rispetto alle ultime politiche, una sostanziale stabilità del centrosinistra grazie alla performance delle liste minori che compensa la crisi del Pd
L’impressione è che il voto regionale sarà fortemente influenzato dalle appartenenze politiche che ridurranno, pur senza azzerarlo, l’effetto candidato
Effetto che premia quasi solo Gori, tanto che il centrosinistra alle regionali ha cinque punti in più rispetto al voto politico
Ma per ora questo non basta a colmare il gap
Certo, l’area grigia potrebbe produrre cambiamenti anche importanti di qui al voto
Ma difficilmente si può pensare che l’egemonia del centrodestra possa essere davvero insidiata
http://milano.corriere.it/elezioni-2018/notizie/elezioni-2018-sondaggio-lombardia-fontana-gori-violi-candidati-db474398-1089-11e8-ae74-6fc70a32f18b.shtml
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