domenica 26 maggio 2019

Stati col voto obbligatorio: Brasile, Lussemburgo, Argentina, Ecuador, Uruguay, Australia e il finto voto in Corea del Nord


Iniziamo dal Brasile dove votare è un obbligo, non soltanto un diritto
Chi non si reca alle urne deve pagare, prima di tutto, una piccola multa: 3,51 réales brasiliani, poco meno di un euro
A fungere da deterrente sono, però, le gravi conseguenze amministrative:
 chi risulta astensionista per più di tre volte non può candidarsi per un posto pubblico, rinnovare il passaporto o carta d’identità, iscriversi ad una scuola o università statale o ottenere un prestito da una banca legata allo stato

Questo sistema potrebbe sembrare strano, quasi esagerato ad un’Italia che registra da anni livelli record d’astensione – arrivando a toccare il 27,1% alle politiche del marzo 2018

Eppure, il Brasile non è il solo paese ad aver messo in piedi un sistema di voto obbligatorio:
 sono più di 20 in giro per il mondo, con penalità più o meno leggere per chi decide, comunque, di non recarsi alle urne

In diversi paesi di Asia, Africa e Medio Oriente – Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Gabon, Libia, Thailandia e Turchia – l’obbligo esiste, ma chi non vota non rischia quasi mai alcunchè

 In Libano, invece, è considerato un dovere soltanto per i cittadini di sesso maschile

In Corea del Nord, ogni cittadino sopra i 17 anni è chiamato alle urne, ma sulle schede c’è il nome di un solo candidato
il sistema non esiste tanto per esercitare un (finto) diritto democratico, quindi, ma piuttosto per contare facilmente chi si trova o meno nel Paese

In Europa sono il Belgio il Lussemburgo e la Grecia ad avere questa regola

Mentre nel minuscolo Lussemburgo l’obbligo è rispettato, in Grecia l’istituto esiste ma non viene messo in pratica

Nel caso belga, è dal 2003 che le persone che si rifiutano di votare non vengono multate, anche se l’istituto esiste dal 1894 ed è sancito dall’articolo 62 della costituzione

 È l’obbligo di voto più antico al mondo

“È una cosa culturale, accettata da tutti:
 votare non è un diritto, è un dovere”,
 spiega Valère Piérard, studente di Scienze Politiche belga a favore dell’obbligatorietà

 “Porta a una maggiore legittimità del risultato ed evita che a votare siano soprattutto le classi agiate”

Un pensiero simile lo esprime anche Matthew Abbey, australiano
 Nel grande Paese dell’Oceania, l’obbligo di voto alle elezioni federali è stato approvato nel 1924, dopo che negli anni ’10 del secolo scorso l’astensione aveva cominciato a crescere in modo preoccupante

La multa per chi non si presenta al seggio in Australia è di 20 dollari australiani, equivalenti a circa 18 euro

 Ma, a seconda dei casi, chi si astiene potrebbe doversi presentare davanti a un giudice e scontare una pena detentiva

“Vedo il voto come un dovere civico, non una libertà personale”, commenta Matthew

 “Sono a favore del voto obbligatorio perché credo che aumenti la legittimità del governo: 
certo, c’è il problema della gente che vota a caso, ma in generale l’obbligo permette alla popolazione di sapere che gioca un ruolo importante nel governare l’Australia”

Oltre alle possibili multe, ci sono delle altre misure messe in atto per convincere la gente a presentarsi alle urne, racconta il ragazzo
molti dei seggi elettorali, ad esempio, offrono una grigliata gratuita, regalando salsicce a chi vota [ndr: che paese demerd.. bimbiminkia discendenti di galeotti..]

Il continente dove si trova la maggior parte dei paesi dove votare è un dovere è l’America Latina

 Ad applicare quest’obbligo sono infatti Argentina, Brasile, Ecuador, Perù e Uruguay, mentre Bolivia, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Guatemala, Honduras, Messico, Panama e Paraguay contano l’istituto nel proprio sistema elettorale ma non lo mettono in atto

In alcuni Stati dove le disuguaglianze tra centro e periferia sono particolarmente sentite, come l’Ecuador, l’esistenza di questa legge e di una serie di programmi volti a rendere il voto più semplice tra le fasce più svantaggiate della popolazione è particolarmente importante

Lo spiega Anne Dominique Correa, belgo-ecuadoregna che ha potuto osservare per anni le differenze che intercorrono tra la capitale Quito e tantissime regioni remote dello Stato andino

“Ci sono tantissime persone che non riescono a votare perché sono troppo isolate, vivono molto molto lontano e talvolta non sanno nemmeno che si tengono le elezioni”, racconta

Così, da qualche anno a questa parte, sono stati messi in piedi dei programmi per facilitare il voto per i portatori di handicap e chi vive nelle zone più remote, aiutandoli a raggiungere le urne

 Il governo sta anche prendendo in considerazione la possibilità di mettere in piedi un sistema di voto obbligatorio, per semplificare ulteriormente il processo

“Poi ci sono le campagne per incoraggiare le persone a votare, e quelli che vanno a prendere i disabili e gli anziani a casa per aiutarli a raggiungere i seggi”, aggiunge la studentessa di Relazioni Internazionali

 Nel paese, l’obbligo non vale per gli analfabeti e i cittadini sopra i 65 anni, ma questo non impedisce al governo di fare il possibile per incoraggiarli

“Secondo me sarebbe molto importante che in tutta Europa si applicasse l’obbligo di voto, perché non credo che una democrazia sia stabile se soltanto i più politicizzati vanno a votare e decidono per la maggior parte dei cittadini

 Chi lavora tantissime ore e deve anche prendersi cura di una famiglia non ha moltissimo tempo per informarsi e capisco che potrebbe decidere di non votare – ma sono proprio loro a essere più toccati dalle conseguenze delle decisioni politiche”, conclude

La giovane brasiliana Carol Amaral non è dello stesso avviso, però

 “In Brasile il voto è considerato un dovere, ma perché?
 Non dovremmo avere libertà di scelta?”, si domanda

“C’è già tantissima gente che lascia la scheda in bianco o la annulla
Credo che sia sbagliato credere che rendere il voto obbligatorio equivalga necessariamente a più voti:
 quando ti forzano a farlo ma non ti piace nessun candidato, troverai comunque il modo di non esprimere una preferenza”





Nessun commento:

Posta un commento