sabato 22 giugno 2013

Grazie a Imposimato la procura di Roma riapre indagini su omicidio Aldo Moro



Il giudice Ferdinando Imposimato lo aveva detto in un'intervista adAffaritaliani.it: "Nel sequestro Moro il Kgb ha avuto un ruolo primario". Ora la procura di Roma riapre l'inchiesta, 35 anni dopo la morte del leader politico Dc. "Ancora troppi misteri irrisolti", dicono i pm. Si tornerà a scavare su piste finora ignorate: i silenzi di Cossiga, Andreotti e di tutta la politica italiana, il ruolo dei servizi americani e sovietici.
Piste non seguite, segnalazioni anonime e depistaggi. C'è stato tutto questo in 35 anni di inchieste sul sequestro Moro. Ora però la procura di Roma ha deciso che vuole vederci chiaro. I pm ripartono dalle centinaia di segnalazioni arrivate negli ultimi anni e dalle rivelazioni del giudice Ferdinando Imposimato nel suo libro "I 55 giorni che hanno cambiato l'Italia".
Sono in molti coloro che credono che dietro le Brigate Rosse ci fosse qualcosa di
 più, molto di più. Servizi americani, tedeschi e sovietici. Verità mai chiatite e sempre rimaste nell'ombra. Di sicuro la vicenda ha ancora molti punti oscuri che ora gli inquirenti proveranno a mettere in luce. Certo, 35 anni dopo quel 16 marzo del 1978 il rischio è che non si riesca a scoprire granchè. "Un lavoro da storici più che da magistrati", dice qualcuno. Tra i brigatisti condannati all'ergastolo per il sequestro anche Prospero Gallinari, recentemente scomparso.
NUOVA INCHIESTA PROCURA DOPO ESPOSTO EX GIUDICE IMPOSIMATO - E' legata a un esposto presentato un paio di settimane fa dall'avvocato Ferdinando Imposimato, ex giudice istruttore, l'ennesima inchiesta della procura di Roma sui misteri mai chiariti del caso Moro. Il procedimento, assegnato al pm Luca Palamara, e' in 'atti relativi', cioe' senza ipotesi di reato e senza indagati, e ha lo scopo di verificare se quanto riportato nell'ultimo libro scritto da Imposimato, legale della figlia di Aldo Moro, contenga elementi utili per fare luce sulla morte del presidente della Dc, ucciso nel 1978 dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di sequestro. Nel suo libro Imposimato fa riferimento ad alcune testimonianze inedite di uomini appartenenti alle forze dell'ordine e ai servizi segreti dell'epoca secondo i quali la morte di Moro poteva essere evitata. L'ex magistrato e' convinto che il covo di via Montalcini, dove l'esponente della Democrazia Cristiana era tenuto prigioniero, fosse noto ai rappresentanti delle forze di polizia sin dal primo momento e che nessuno dall'alto volle disporre un intervento. Un tema analogo fu oggetto di un'archiviazione del gip due anni fa quando, dopo un esposto presentato sempre da Imposimato, la procura non trovo' alcun riscontro utile all'ipotesi dell'esistenza di un piano militare organizzato nei dettagli per liberare Moro ma poi abbandonato all'ultimo minuto.  
ECCO CHE COSA DICEVA IMPOSIMATO NELL'INTERVISTA AD AFFARI DEL 31 MAGGIO
"E' sicuro che l'Unione Sovietica ha partecipato materialmente all'eliminazione fisica di Moro attraverso il colonnello Sokolov, che sapeva del sequestro e ha pedinato Moro fino al giorno prima. Dall'altra parte c'era quest'altra entità che qualcuno ha identificato nel Gruppo Bilderberg. Non sono solo io a dirlo. Già un importantissimo documento del 1967 del giudice Emilio Alessandrini (ucciso nel 1979 dopo aver indagato sulla strage di Piazza Fontana, ndr) nel quale si diceva che Bilderberg era tra i responsabili della strategia della tensione".
Fonte: http://www.affaritaliani.it/cronache/aldo-moro-35-anni-riaperta-l-inchiesta170613.html

Da Moro a Falcone, da Bilderberg ad Andreotti, dal Kgb alla Cia. Le verità di Imposimato sulle stragi


Ferdinando Imposimato
di Lorenzo Lamperti
Dal rapimento di Moro agli omicidi diDalla Chiesa e Pecorelli, fino alle stragi di Capaci e via D'Amelio.Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, svela i retroscena sui misteri piùscomodi d'Italia in un'intervista a tutto campo ad Affaritaliani.it: "Il Kgb è intervenuto materialmente nel sequestro Moro. Cossiga e Andreottisapevano dov'era tenuto prigioniero, ma impedirono al generale Dalla Chiesa di intervenire. Falcone e Borsellino? Lì c'è la mano di Gladio e della Cia". Sulla strategia della tensione: "E' stata alimentata politicamente dal Gruppo Bilderberg. La trattativa Stato mafia? Il regista fu Scalfaro. E le intercettazioni di Napolitano e Mancino non dovevano essere distrutte". L'M5S aveva fatto anche il suo nome per il Quirinale: "Il ruolo di Grillo nella politica italiana è positivo". Le tesi di Imposimato faranno discutere. Ecco tutte le sue verità.


Da Moro a Borsellino, i misteri più scomodi d'Italia
Ferdinando Imposimato, lei pone questa domanda nel sua libro: "Perché Aldo Moro doveva morire?" E' riuscito a darsi una risposta?

Non c'è una sola risposta. Doveva morire perché da una parte c'erano dei politici che volevano la sua morte perché volevano prenderne il posto. Ricordiamoci che Moro era il candidato più autorevole alla presidenza della Repubblica. Dall'altro c'erano interessi internazionali. L'Unione Sovietica, per esempio, non voleva che l'esperienza italiana potesse riproporsi nei paesi del Patto di Varsavia. Dall'altra parte, Moro non era ben visto perché si pensava che non portasse avanti una politica di difesa del blocco occidentale. E questo si spiega anche con la presenza dei servizi inglesi e tedeschi. Non c'è un'unica pista ma un concorso di cause e di moventi perfettamente compatibili tra loro anche se possono sembrare contrapposti.

Tra le varie piste che lei dice coesistere ce n'era una predominante?

Quello che è sicuro è che l'Unione Sovietica ha partecipato materialmente alla sua eliminazione fisica attraverso il colonnello Sokolov, che sapeva del sequestro e ha pedinato Moro fino al giorno prima. Dall'altra parte c'era quest'altra entità che qualcuno ha identificato nel Gruppo Bilderberg. Non sono solo io a dirlo. Già un importantissimo documento del 1967 del giudice Emilio Alessandrini (ucciso nel 1979 dopo aver indagato sulla strage di Piazza Fontana, ndr) nel quale si diceva che Bilderberg era tra i responsabili della strategia della tensione.
Quale legame c'è tra questi attori e la Cia?

La Cia era il braccio armato di questa politica che voleva in tutti i modi eliminare un personaggio che metteva a repentaglio la sicurezza del blocco occidentale e poteva causare l'infiltrazione dei comunisti nel governo italiano. Oltretutto la Cia controllava i servizi segreti italiani, come ha pubblicamente ammesso Maletti (ex generale del Sisde, ndr). La Cia li finanziava con un budget da 500 milioni di dollari all'anno.

La Cia finanziava anche Gladio?

Certo, finanziava anche Gladio. Addirittura la Cia ha comprato la base di Gladio in Sardegna (la base di Capo Marrargiu, ndr).

In tutto questo il ruolo della politica italiana qual è stato?

E' stato un ruolo di subalternità assoluta a questa egemonia estera. In Italia sono stati eseguiti gli ordini che arrivavano dall'estero. La cosa traspare in maniera chiara dalle lettere di Moro. Moro ha scritto più volte: "Nella mia sorte c'è una mano straniera, di oltreoceano". E aveva ragione. Moro sapeva perfettamente dell'esistenza di Gladio.

Lei nel suo libro scrive che qualcuno sapeva in anticipo del sequestro di Moro...

Sì, Cossiga e Andreotti sapevano. C'è un documento del 2 marzo 1978 del quale io venni a conoscenza solo 25 anni dopo e che pubblico sul mio libro che lo prova. Anche Dalla Chiesa venne a conoscenza del luogo di prigionia di Moro e fin dai primi di aprile voleva intervenire per liberarlo. Quando fu bruciata la base di via Gradoli lo si fece proprio per impedire l'intervento di Dalla Chiesa. Al generale è stato l'ordine di abbandonare il campo, poi lui ne ha parlato con il giornalista Mino Pecorelli e lui ne ha scritto. Entrambi sapevano ed entrambi sono stati ammazzati.

Lei sostiene che lo Stato sapeva dove veniva tenuto prigioniero Moro.

Sì, è così. Quando hanno occupato l'appartamento soprastante la prigione di Moro era in vista del blitz che voleva fare Dalla Chiesa. Ma lo Stato non voleva farlo e così il 7 maggio fu dato l'ordine di sgomberare il campo.

Secondo lei c'è un filo che unisce tutte le stragi avvenute in Italia nel secondo dopoguerra?

Sì, non c'è dubbio. Ed è un filo che ancora oggi non si è spezzato.

Il Gruppo Bilderberg che ruolo ha avuto in tutto questo?

Ha gestito politicamente la strategia della tensione. Lo si evince dal documento di Alessandrini che io reputo fondamentale.

Nel libro-intervista di Paolo Madron il noto "faccendiere" Bisignani rivela che Andreotti sosteneva che la responsabilità degli omicidi di Falcone e Borsellino fosse del Kgb. Lei è d'accordo?

No, questa è una balla. Nel sequestro di Moro c'è stato sicuramente l'intervento del Kgb ma Falcone e Borsellino rientrano nell'orbita di intervento della Cia. L'esplosivo di Capaci e azionato dall'ordinovista Rampulla proveniva da uno dei depositi Nasco, controllati dalla Cia. La storia di Andreotti è, come sempre, l'opposto della verità.

In tutte queste stragi da parte della politica italiana c'è stata "solo" una copertura o un vero e proprio input?

Entrambe le cose.

Di solito quando si parla di Gladio o di altre associazioni più o meno segrete le si chiama "forze deviate dello Stato". E' una definizione corretta?

No, la definizione è sbagliata. Le forze deviate dello Stato sono forze al servizio dei politici. Mafia e terrorismo hanno agito non solo per le loro finalità ma anche per quelle dei politici.


Il suo nome è molto apprezzato dai militanti del Movimento 5 Stelle tanto che si era anche fatto il suo nome per il Quirinale. Le fa piacere? Qual è il suo rapporto con Grillo?

Personalmente non l'ho mai visto ma ritengo che il Movimento 5 Stelle abbia un ruolo positivo, pur con tutti i suoi limiti e i suoi problemi. In questo momento è l'unica opposizione presente in Italia e un'opposizione in democrazia deve sempre esserci. Già Aristotele diceva che l'essenza della democrazia sta nell'alternanza. Il problema è che dentro il Movimento vedo dei problemi, delle diaspore. E questo non va bene. Io sono convinto che sia meglio avere torto stando dentro che avere ragione stando fuori. Anche perché Pd e Pdl hanno spesso dimostrato di essere "complici".
Che idea si è fatto del processo sulla trattativa Stato-mafia?

E' una cosa vergognosa.

In che senso?

Vergognosa da parte dei politici, intendo. Ci dovrebbe essere la voglia di stabilire la verità e che ruolo hanno avuto vari personaggi, come per esempio Scalfaro. Bisognerebbe approfondire perché stando a quello che hanno detto Martelli e Scotti è stato Scalfaro il regista della trattativa. La verità deve essere rifondata andando a scoprire non solo gli esecutori materiali ma anche i mandanti di quello che è accaduto.

E' stato giusto cancellare le intercettazioni tra Napolitano e Mancino?

La Corte Costituzionale avrebbe dovuto dichiarare incostituzionale la legge che prevede la distruzione di quelle intercettazioni. Non si possono distruggere delle intercettazioni senza che queste vengano portate alla conoscenza delle parti che sono pm, avvocati e parte civile.

Fonte: http://www.affaritaliani.it/cronache/aldo-moro-falcone-borsellino-imposimato-stragi010613.html 


















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