domenica 12 luglio 2015

Marte: la Nasa vuole inviare batteri sul Pianeta rosso

La Nasa ha compiuto il primo passo per preparare l’insediamento dell’uomo su Marte. Con questo intento ha finanziato un progetto per studiare come spedire dei batteri sul Pianeta rosso affidando a loro la costruzione di un’atmosfera nella quale gli esseri umani possano vivere. Idee ed esplorazioni teoriche con questo obiettivo circolano da tempo e tutte riunite sotto la definizione «Terraforming», cioè trasformare Marte in modo da renderlo simile al nostro pianeta così da consentire l’abitabilità.

Impresa difficile
L’impresa è ardua e proiettata nel futuro. Ma pur odorando di fantascienza è più reale di quanto si possa immaginare sia da un punto di vista realizzativo che come obiettivo. Quando l’aumento della popolazione della Terra avrà raggiunto e superato il limite massimo della sostenibilità, non ci sarà altra alternativa che trovare un altro luogo nel Sistema solare in grado di ospitarci. E il luogo ideale, trasformandolo rispetto a oggi, non può che essere Marte.

Batteri per creare un’atmosfera respirabile
La Nasa ha considerato i diversi interventi di ingegneria ambientale possibili e fra tutti ha preferito l’invio di batteri, come primo passo. Perché ovviamente bisogna prima di tutto rendere l’aria in qualche modo respirabile. Poi ci sono variegati altri aspetti da affrontare e risolvere, come la protezione dalle radiazioni cosmiche dal momento che l’assenza di un campo magnetico capace di intrappolare le particelle nucleari, queste arrivano indisturbate sterilizzando la superficie, uccidendo quindi ogni forma di vita
. Però ci sono batteri che, sulla Terra, hanno dimostrato di sopravvivere nelle condizioni più estreme e per questo gli scienziati americani hanno scelto di affidare a loro la prima operazione.

Spediti su Marte
Stivati in piccoli container si pensa di collocarli nel suolo con l’aiuto di un rover automatico come l’attuale Curiosity al lavoro nel Gale Crater. L’interazione tra le aride argille marziane e i microrganismi (aspetto anche questo già collaudato nei laboratori terrestri) dovrebbe produrre ossigeno rendendo così, sia pure molto lentamente, l’atmosfera respirabile e l’ambiente abitabile. «L’intervento sarà di supporto anche alle prime missioni umane su Marte», nota Eugene Boland, a capo del progetto, «senza dover portare il prezioso gas dalla Terra».

Terraforming
Naturalmente un progetto di Terraforming richiederebbe secoli per essere compiuto e prevederebbe pure altre operazioni parallele. Tra queste lo scioglimento con «specchi solari» del ghiaccio d’acqua nascosto nei primi strati del sottosuolo. «Sono un biologo e un ingegnere», ricorda Boland, «e quindi voglio unire le due conoscenze per trovare gli strumenti adeguati».
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