iIl colosso svedese dello streaming introduce pillole video originali e di altri editori
Il rivale Deezer risponde con accordi per fornire podcast e trasmissioni radio
di Martina Pennisi
Il fenomeno della musica in streaming è recente, ma non basta (già) più. Spotify è nato meno di dieci anni fa, nel 2006. E le prime importanti conferme per il settore risalgono al 2014. L’anno, in Italia, del sorpasso del download, negli Stati Uniti del superamento delle vendite dei cd e nelle casse di alcune etichette di guadagni più consistenti rispetto a quelli riconducibili allo scaricamento dei brani.
Eppure una rivoluzione è già alle porte. A scuotere il giovane mercato sono l’imminente mossa di Apple, attesa a inizio giugno con il rilancio della piattaforma Beats Music, e il bisogno di capitalizzare l’affezione delle decine di milioni di utenti conquistata (soprattutto) con la modalità di ascolto gratuita e inframmezzata da spot pubblicitari. Bisogna acquisire seguito pagante e rimpinguare i portafogli degli artisti, anche se un documento pubblicato da The Verge mostra come siano le case discografiche a fare il gioco delle tre carte con i cospicui anticipi, 25 milioni di dollari nel caso di Sony nel 2011 per tre anni di collaborazione, versati da Spotify. Per fare cassa c’è chi, come Tidal, sta puntando sulla qualità del formato. O chi, come Beats, si è concentrata da subito sulla selezione dei brani da parte di esperti. Spotify e la rivale Deezer, come annunciato nelle ultime ore, aprono invece ai contenuti di intrattenimento e informazione
Il gruppo svedese, che secondo quanto dichiarato dal suo Ceo Daniel Ek (nella foto) rappresenta il 54% del mercato della musica in streaming,
si è accordato con Slate, Vice News, Mtv, Conde Nast e altri editori per inserire nella sua libreria, sia gratuita sia su abbonamento, spezzoni video esclusivi o d’archivio. Agli utenti verranno proposte inoltre vere e proprie trasmissioni radiofoniche realizzate ad hoc, e presentate da nomi di richiamo come Icon Pop e Tyler the Creator, o format video originali, come l’incontro tra musicisti e chef. In formato sia audio sia video sarà possibile accedere anche a performance live esclusive. Il futuro è d’obbligo perché in Italia se ne parlerà solo nei prossimi mesi. Spotify parte con i nuovi contenuti e con l’interfaccia ritoccata Now, pensata per offrire costantemente all’utente una selezione di brani personalizzata in base ai suoi gusti e ai momenti della giornata, solo in Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Svezia. Dalla versione italiana potremo accedere da subito al nuovo Spotify Running, che come il nome suggerisce vuole scandire gli allenamenti a tempo di musica dialogando con i sensori presenti sullo smartphone e aiutando a incrementare il ritmo. Il servizio godrà dalla prossima estate di una collaborazione con Nike+. Quanto annunciato sarà disponibile solo da smartphone, a ennesima conferma della volontà dei colossi del digitale di voler impreziosire l’esperienza mobile
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